giovedì 22 novembre 2012

Il tatuaggio di fuoco

Il tatuaggio di fuoco è il titolo di una trilogia di libri scritti dalla nostra consorella Marisa Granvillano.

L'autrice davanti alla FNAC in occasione della presentazione del primo libro

Il risveglio degli Eletti , pubblicato nel 2010, è il primo dei tre libri che costituiscono Il tatuaggio di fuoco.


Contenuto del primo libro:
Negli ultimi tempi, tutti noi abbiamo sentito parlare delle profezie Maya che annunciano grandi cambiamenti per il genere umano nel 2012. Nella Bibbia e nel Corano addirittura predicono la fine del mondo, con lo scontro apocalittico tra il Bene e il Male. E se questi eventi stessero per compiersi realmente adesso, ma su un altro pianeta? Se la resa dei conti fosse giunta per altri popoli, dando l’ inizio al conto alla rovescia all’ultima battaglia? Allora ognuno di loro sarà chiamato a prendervi parte, scegliendo dove schierarsi. Anche le divinità si prepareranno per darsi battaglia.
Il vincitore avrà il dominio del pianeta solo fino al prossimo scontro, poiché per il mantenimento degli equilibri necessitano entrambe le parti: Luce e Oscurità, come in tutte le cose, altrimenti regnerebbe il caos.


In questi giorni è uscito il secondo volume della saga dal titolo I Cristalli Neri. Il volume sarà presentato a Genova venerdì 30 novembre 2012, alle ore 17,30, presso la Fondazione De Ferrari, Piazza Dante 9/17-18, alla presenza dell'Autrice. Interverrà il giornalista e scrittore Giorgio Boratto.


Contenuto del secondo libro:
Ne I Cristalli Neri, secondo capitolo della trilogia Il Tatuaggio di Fuoco, gli eletti Valeria e Lucio dopo anni trascorsi sulla Terra fanno ritorno al loro pianeta Arcadis, qui trovano una situazione disperata con i loro regni ad un passo dalla capitolazione. Inizierà per loro, tra ricordi dolorosi e realtà sconcertanti, un’estenuante lotta contro il tempo, non solo per contrastare l’inesorabile avanzata delle armate nemiche guidate dal perfido reggente Belior con la sua temibile triade degli Implacabili, ma dovranno ad ogni costo impedire il ritorno dell’oscuro signore Detramon dal regno dei morti.

lunedì 5 novembre 2012

Il Pallio di San Lorenzo

L'Arciconfreternita del Chinotto ha aderito all'iniziativa Mecenate con 5 euro, proposta dai Musei di Genova per la raccolta dei fondi necessari al restauro dell'opera.
Per dare a tutti la possibilità di partecipare alla sottoscrizione il costo del restauro è stato suddiviso in tante piccole quote da 5 euro (corrispondenti a un centimetro quadrato della superficie del Pallio) lasciando ai sottoscrittori la facoltà di acquistare una o più quote.

Il Pallio di San Lorenzo

La preziosa opera narra episodi e martirio della vita dei santi Lorenzo, Ippolito e Sisto. Il capolavoro, che attualmente si trova all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze per le delicate operazioni di restauro, tornerà - grazie dunque anche alla generosità dei cittadini - nel percorso museale tra due anni.

Lorenzo e Decio

Il Pallio di San Lorenzo fu donato alla città di Genova dall’Imperatore bizantino Michele VIII Paleologo, presumibilmente nel 1261 come indica didascalia ricamata in calce alla scena dedicatoria centrale, in osservanza di patti politico-militari e commerciali stipulati tra l’Impero Bizantino e La Superba.

Lorenzo distribuisce ai poveri i beni della chiesa

L’opera è composta da un raro e prezioso sciamito unito di colore rosso di grandi dimensioni (circa 374 cm x 136 cm) ricamato con sete policrome e filati metallici narrante le scene di vita e il martirio dei Santi Lorenzo, Ippolito e Sisto. Dalle indagini preliminari è emersa per i ricami la presenza di filati argentei e la probabile presenza di filati aurei, oltre a probabili sete di svariate cromie.

San Lorenzo introduce l'imperatore con San Michele Arcangelo
nella chiesa dei genovesi

Particolare dei ricami

Il Pallio, monumento-simbolo della storia di Genova, è anche è uno dei più importanti tessuti medievali del mondo, sia per le sue straordinarie dimensioni, sia per le peculiari caratteristiche tecniche ed artistiche. Conservato sino al XVII secolo nella sacrestia della Cattedrale di Genova e in seguito trasferito nelle sedi comunali, questo prezioso tessuto non solo è espressione del raffinato ambiente di corte bizantino, ma anche del fecondo dialogo tra arte orientale e occidentale che caratterizzava il linguaggio figurativo di quel periodo. La lettura delle complesse e articolate scene della vita dei Santi Lorenzo, Sisto e Ippolito - l’equivalente di un ciclo pittorico - ricamate sulla superficie purpurea della stoffa, così come l’esame della seta del supporto e della tecnica del ricamo possono rivelare i molteplici aspetti di un momento della storia economica, culturale e artistica in cui Genova ha svolto un ruolo centrale. La sua vicenda si intreccia strettamente ad un momento cruciale della storia dei rapporti tra Oriente e Occidente: l’imperatore d’Oriente Michele VIII Paleologo, spodestato e costretto all’esilio da Bisanzio in seguito ai tragici eventi della Quarta Crociata, in cambio dell’aiuto prestato dai Genovesi per riconquistare il potere, nel 1261 offre loro, oltre a denaro e privilegi, anche due grandi teli ricamati, definiti nei documenti antichi “pallii” o “pepli”, di cui uno soltanto è giunto sino a noi.