L'Arciconfreternita del Chinotto ha aderito all'iniziativa Mecenate con 5 euro, proposta dai Musei di Genova per la raccolta dei fondi necessari al restauro dell'opera.
Per dare a tutti la possibilità di partecipare alla sottoscrizione il costo del restauro è stato suddiviso in tante piccole quote da 5 euro (corrispondenti a un centimetro quadrato della superficie del Pallio) lasciando ai sottoscrittori la facoltà di acquistare una o più quote.
Per dare a tutti la possibilità di partecipare alla sottoscrizione il costo del restauro è stato suddiviso in tante piccole quote da 5 euro (corrispondenti a un centimetro quadrato della superficie del Pallio) lasciando ai sottoscrittori la facoltà di acquistare una o più quote.
Il Pallio di San Lorenzo |
La preziosa opera narra episodi
e martirio della vita dei santi Lorenzo, Ippolito e Sisto.
Il capolavoro, che attualmente si trova all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze per le delicate operazioni di restauro, tornerà - grazie dunque anche alla generosità
dei cittadini - nel percorso museale tra due anni.
Lorenzo e Decio |
Il Pallio di San Lorenzo fu donato alla città di Genova
dall’Imperatore bizantino Michele VIII Paleologo, presumibilmente nel
1261 come indica didascalia ricamata in calce alla scena dedicatoria
centrale, in osservanza di patti politico-militari e commerciali
stipulati tra l’Impero Bizantino e La Superba.
Lorenzo distribuisce ai poveri i beni della chiesa |
L’opera è composta da un raro e prezioso sciamito unito di colore rosso
di grandi dimensioni (circa 374 cm x 136 cm) ricamato con sete policrome
e filati metallici narrante le scene di vita e il martirio dei Santi
Lorenzo, Ippolito e Sisto. Dalle indagini preliminari è emersa per i
ricami la presenza di filati argentei e la probabile presenza di filati
aurei, oltre a probabili sete di svariate cromie.
San Lorenzo introduce l'imperatore con San Michele Arcangelo nella chiesa dei genovesi |
Particolare dei ricami |
Il Pallio, monumento-simbolo della storia di Genova, è anche è uno dei più importanti tessuti medievali del mondo, sia per le sue straordinarie dimensioni, sia per le peculiari caratteristiche tecniche ed artistiche.
Conservato sino al XVII secolo nella sacrestia della Cattedrale di Genova e in seguito trasferito nelle sedi comunali, questo prezioso tessuto non solo è espressione del raffinato ambiente di corte bizantino, ma anche del fecondo dialogo tra arte orientale e occidentale che caratterizzava il linguaggio figurativo di quel periodo. La lettura delle complesse e articolate scene della vita dei Santi Lorenzo, Sisto e Ippolito - l’equivalente di un ciclo pittorico - ricamate sulla superficie purpurea della stoffa, così come l’esame della seta del supporto e della tecnica del ricamo possono rivelare i molteplici aspetti di un momento della storia economica, culturale e artistica in cui Genova ha svolto un ruolo centrale.
La sua vicenda si intreccia strettamente ad un momento cruciale della storia dei rapporti tra Oriente e Occidente: l’imperatore d’Oriente Michele VIII Paleologo, spodestato e costretto all’esilio da Bisanzio in seguito ai tragici eventi della Quarta Crociata, in cambio dell’aiuto prestato dai Genovesi per riconquistare il potere, nel 1261 offre loro, oltre a denaro e privilegi, anche due grandi teli ricamati, definiti nei documenti antichi “pallii” o “pepli”, di cui uno soltanto è giunto sino a noi.
è con orgoglio che sottolineo la nostra iniziativa che dovrebbe essere di esempio per tutti
RispondiEliminail Priore